• 9 Ottobre 2024 2:36 AM

Alghero, l’accordo tra due tradizioni orgogliose della propria cultura, quella sarda e catalana

Arrivati ad Alghero, la prima cosa che si nota camminando per il centro storico sono le scritte e i numeri civici degli edifici in doppia versione: italiana e catalana. La dominazione catalano-aragonese si rintraccia ancora oggi negli edifici, nelle chiese, nei bastioni fortificati e anche nella lingua della gente del posto. E’ la storia a raccontarci come un borgo della Sardegna del nord ovest possa essere così legata nel profondo alla cultura catalana.

Intorno ad Alghero sorgono necropoli di oltre 4000 anni fa e nuraghe di circa 2000. Queste testimonianze dal passato ci trasmettono il valore di questa area perfetta per stabilirsi sin dall’antichità in quanto crocevia di tante civiltà e posizione strategica per il commercio. A seguire alcune curiosità storiche sul posto:

  • La fortificazione dello scalo marittimo è stata opera della potente famiglia genovese Doria nel 1102 a difesa degli attacchi di Saraceni e Pisani;

  • Il nome di ‘L’Algarium ha origine dalle alghe che si formavano durante le mareggiate di maestrale e di libeccio;

  • Fino al 1353 Alghero fu in mano a Genova, ma l’anno successivo Pietro IV d’Aragona, a seguito della vittoria della battaglia navale al largo di Porto Conte, occupò e colonizzò la cittadina con una vera e propria invasione di Catalani, cacciando sardi e liguri. Per quattro secoli rimase sotto la corona d’Aragona;

  • Due ondate di peste, nel 1576 e nel 1652, portarono allo spopolamento della cittadina. Nonostante ciò i contatti, soprattutto commerciali, con i Liguri, diedero al posto sempre più un’impronta sarda a discapito della cultura catalana e con i Savoia, nel 1720, entrò sempre più anche nei costumi nel Regno di Sardegna;

  • Una tremenda carestia nel 1812, e in seguito il colera nel 1855, decimò la popolazione del posto. Da una lastra in marmo nella Torre del forte della Maddalenetta, si evince che questo fu l’anno in cui Giuseppe Garibaldi approdò ad Alghero a supporto dei parenti;

  • Nel 1821 diventa capoluogo di Prefettura e da metà dell’ 800 si costruiscono nuove opere urbanistiche quali la Porta a mare nel 1845, il Teatro Civico sulla piazza dell’Episcopio nel 1862, lo stabilimento balneare nel 1865;

  • Bisognerà attendere gli inizi del ‘900 per vedere uno sviluppo urbanistico verso est, con il via ai lavori delle strade provinciali per Sassari e Ittiri e per Villanova Monteleone e Padria, e verso sud lungo la costa grazie all’avvio della balneazione;

  • Nel 1934 venne bonificata la Nurra e nacque Fertilia, motivo dell’aumento di richiesta di mano d’opera e maggiore industrializzazione della zona. Con il secondo conflitto parte della vecchia città subì danni irreparabili.

Per arrivare ad oggi vi consigliamo alcuni posti imperdibili di questa interessante località. Una passeggiata lungo la cinta muraria di Alghero, conservata quasi integralmente, vi mostrerà le torri del periodo Catalano-Aragonese e il panorama marittimo sul quale si affaccia. Parte della struttura storica, come già detto è stata danneggiata con la seconda guerra mondiale, ma negli anni il comune ha investito molto per mantenere al meglio le mura e le 7 torri, oggi in parte adibite ad uso privato, come abitazione o locali, o militare.

Dal punto di vista naturalistico, le spiagge di Alghero sono davvero meravigliose. Da Maggio a Settembre il mare azzurro e la sabbia bianca diventa attrazione principale da parte di turisti provenienti da tutto il mondo. Vista la grande folla che visita questi posti, consigliamo di affidarsi ad un Servizio Transfer ad Alghero che possa accompagnare gli ospiti dell’isola in giro per la città e nei dintorni.

A 20 km dalla località sono da visitare le riserve incontaminate del Parco Regionale Naturale di Porto Conte, istituito nel 1999 a difesa della lussureggiante flora e fauna presente sul territorio. La sua baia ha tantissime calette da vedere, in particolare la Spiaggia dei Mugoni, le cui scogliere rocciose sono davvero suggestive. Gli animali presenti nel parco sono specie rare, come i cavallini della Giara, ma anche asinelli sardi, daini, avvoltoi, da cui il nome della riserve L’Arca di Noè. I sentieri per trekking o mountain bike sono diversi, alcuni permettono di arrivare in cima al Monte Timidone, altri alla scogliera.

Tra le meraviglie di questa area troviamo l’Isola della Foradada e le circa 350 grotte, spesso sommerse dal mare. Tra queste le più famose sono la Grotta di Nereo, la più grande sott’acqua nel Mediterraneo, e la Grotta di Nettuno, talmente bella che si credeva fosse l’abitazione del dio del mare.

Questa cavità può essere raggiunta da Capo Caccia e scendere la scala del Cabirol, con 654 scalini, o via mare da Alghero o Cala Dragunara fino all’entrata dove, pagando un biglietto, si potrà visitare l’interno tra stalattiti e stalagmiti con un tour guidato della durata di circa 30 minuti.

Abbiamo infine già citato l’area archeologica dei nuraghe e del periodo precedente: La Necropoli dell’Anghelu Ruju, con 10 tombe ipogee e 38 domus de Janas, nicchie nella roccia e utilizzate al tempo come ossari ritenuti case di fate, l’articolato Nuraghe Palmavera, presso porto Conte, la necropoli di Santo Pedru e la Villa romana di Sant’Imbenia, costruita tra il I e il II d.C.